Gran Glassè a tutto “lissio”

Nell’ambito della rassegna Pistoia Teatro Festival, ha debuttato ieri sera in prima nazionale nel suggestivo scenario della fortezza Santa Barbara di Pistoia, il nuovo spettacolo de Gli Omini (Francesca Sarteanesi, Francesco Rotelli, Luca Zacchini, Giulia Zacchini ): Gran Glassé – una serata di parole sudate e punk da balera. Questa nuova produzione del trio montalese vede la novità della collaborazione con un’orchestra molto particolare, gli eXtraLiscio (Mauro Ferrara vox, Michele Orvieti mellotron/orvietronix, Baby Moira vox, Enrico Milli tromba fisarmonica, Daniele Manzi batteria, Alfredo Nuti chitarra, Marco Bovi basso, Johnny Moreno sax clarino vox, Mirco Mariani piano chitarra 12 corde vox). Il connubio genera uno strano spettacolo, diviso tra la comicità surreale, venata di malinconia se non proprio di tragicità, de Gli Omini e la spensieratezza tutta polke e mazurke dell’orchestra romagnola, che arrangia i propri pezzi in chiave lievemente punk. Il filo rosso del testo teatrale è il solito perseguito da anni da Gli Omini: uno spaccato di vite ai margini, che fanno sorridere, a volte ridere, ma che lasciano l’amaro in bocca perché sono una copia in presa diretta di un disagio vero, diffuso, che chiunque può constatare agli angoli delle nostre strade. Un’indagine sociologica in miniatura, senza irrisione per il dolore e la solitudine altrui, ma con la volontà di mettere in risalto aspetti della vita che spesso vengono ignorati dai palcoscenici, oppure trattati in modo “serio”, drammatico. I vari quadri presentati sono intervallati dalle ballate degli eXtraLiscio, che diventano più di un mero contrappunto musicale, bensì parte integrale di una piéce che ha nell’ossimoricità, nella vicinanza degli opposti, nel gusto agro-dolce il suo senso più profondo. Come afferma la voce fuori campo in uno dei suoi interventi, vediamo contrapposti due mondi, divisi dall’Appennino: la solarità romagnola e la “tristezza” toscana. Può sembrare un controsenso, dato il riconosciuto animo goliardico, ironico e scanzonato dei toscani, ma a guardar bene il nostro è uno spirito molto amaro, a volte cinico, che si esprime col registro della battuta e dello sberleffo.
Quello che forse manca un po’ a Gran Glassé è una maggiore organicità, una maggiore strutturazione che invece era presente negli altri lavori de Gli Omini. Come se venisse proposto un cocktail di precedenti personaggi e situazioni, con l’aggiunta della musica dal vivo. Una rinfrescante bevuta estiva, leggera e piacevole, al posto del buon vino corposo cui ci avevano abituati.

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