Sesso e letteratura

Oggi parliamo di un argomento oltremodo delicato: il sesso nella letteratura.
Ma non il sesso inteso come sfera sessuale o sessualità. No, proprio il sesso spinto! Ebbene, non ci crederete ma in letteratura il sesso esiste da sempre. Pensate, ci sono stati dei ritrovamenti negli scavi archeologici di Nippur, in Anatolia, che datano le prime avvisaglie del sesso in letteratura al 3500 avanti Cristo! Purtroppo non possiamo sapere i dettagli di queste sconcezze perché sono scritte in una lingua arcana e tuttora indecifrata, ma sappiamo che si trattasse di quel tipo di letteratura perché vi è il tipico bollino V. M. 18
Anche nell’Antico Testamento biblico, nel libro del Cantico dei Cantici, troviamo sovente, seppur in forma poetica ed evocativa, riferimenti al sesso: “Amo il tuo frutto nella mia bocca” dice lei a lui, e molto probabilmente non si riferiva alle di lui piantagioni di arance, limoni o albicocche.
In India, poi, abbiamo i celebri Aforismi sul piacere amoroso di Vātsyāyana, altrimenti noti come Kamasutra, su cui non credo importi dilungarsi.
In tempi più recenti, numerosi sono gli esempi di letteratura lussuriosa nei classici latini e greci. Molto noti i versi “caldi” del Satyricon di Petronio o i Carmi di Catullo verso l’assai promiscua, eppur amatissima, Lesbia.
Ma vorrei soffermarmi su uno dei primi componimenti della poesia in lingua volgare italiana, il celebre Rosa fresca aulentissima di Cielo D’alcamo, autore di punta della cosiddetta Scuola Siciliana. Pensate forse voi che stesse parlando di fiori? Certo che no! Il birbone stava parlando proprio di quella rosa lì! Quella di cui, secoli dopo, De Gregori avrebbe cantato “rosa che rosa non sei, rosa che spine non hai”.
E i versi dell’Aretino, di De Sade, di Palmironi, dove li vogliamo mettere?
Il Novecento ha poi visto un florilegio di autori debosciati che hanno sfornato libri fornicatori a iosa: Anais Nin (Il delta di Venere), Henry Miller (Tropico del cancro), Marguerite Duras (L’amante), D. H. Lawrence (L’amante di Lady Chatterley), Almudena Grandes (Le età di Lulù) eccetera eccetera.
Come vedete, ci troviamo di fronte a un argomento dalle mille sfaccettature su cui sono stati versati i celeberrimi fiumi d’inchiostro, eppure ancora oggi c’è chi si diletta a scrivere (e leggere!) letteratura sessuale. Il motivo? Persino ai giorni nostri, nell’era dell’internet, niente eguaglia l’eccitazione provocata dall’immaginare una scena osé descritta da un bravo scrittore. Ad Amsterdam, per esempio, nel famoso quartiere a luci rosse, alcune prostitute illuminate fanno leggere ai loro clienti pagine della migliore letteratura erotica prima di procedere all’amplesso. Pare che i risultati siano più esaltanti di quelli prodotti da una qualsiasi pastiglia contro le disfunzioni erettili.
E se lo dicono le prostitute di Amsterdam…

Per finire, alcuni consigli di lettura di validi autori nostrani contemporanei:

  • Gli amici di Luana di Pierangelo Bastone (Edizioni Ammiccanti, 2002)
  • Tireremo dritto! di Antonio Nostalgico (LVI Edizioni, 1999)
  • La passera solitaria di Giacomo Leoni (Pesce Palla Editore, 2019)

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