Pietro Bugiani – Un maestro del Novecento a Pistoia (foto-reportage)

Inaugurata lo scorso 21 dicembre, resterà aperta fino al 21 gennaio la mostra “Pietro Bugiani – Un maestro del Novecento a Pistoia”, presso le Sale affrescate del Palazzo comunale, ingresso libero (orario da lunedì alla domenica, 10-18).

Una mostra importante che vuole essere un omaggio e un riconoscimento al percorso di un artista che la critica ha riconosciuto fondamentale non solo per Pistoia. Un artista che, nato a Pistoia nel 1905 – dopo aver frequentato la scuola d’arte applicata all’industria di Firenze e, successivamente, l’Accademia delle Belle Arti e la Scuola Libera del Nudo – comincia a esporre nel ’24, a diciannove anni, suscitando immediatamente consensi e incoraggiamenti. Consensi e successi che lo portano a conoscere importanti artisti dell’epoca come Ardengo Soffici col quale inizia un’amicizia, basata sulla reciproca stima, che durerà fino alla morte di quest’ultimo. Dal 1929, anno in cui è invitato alla “II Mostra del Novecento Italiano”, alterna all’attività espositiva (più volte invitato alle Biennali di Venezia, nel ’40 con una personale, alle Quadriennali di Roma e ad altre rassegne nazionali ed internazionali), lunghi periodi di ritiro durante i quali approfondisce lo studio della pittura dell’800. In questo periodo intesse rapporti con Carrà, De Chirico, Bernasconi, Viani e, intorno al 1933, diviene punto di riferimento per i giovani colleghi che operano nell’ambiente pistoiese e pratese. Successivamente collabora al “Selvaggio” di Mino Maccari e al “Frontespizio” di Piero Bargellini. Dai primi anni ’50 continua la sua attività didattica all’istituto d’arte di Pistoia e al liceo artistico di Firenze divenendo punto di riferimento per i giovani artisti emergenti in ambito locale, alcuni dei quali vengono da lui introdotti nello studio di Ardengo Soffici. Negli ultimi anni, accentuando le peculiarità proprie di un carattere schivo, amante della solitudine e della meditazione, si ritira nel privato continuando il suo lavoro di ricerca e sperimentazione unito all’approfondimento e alla interiorizzazione ulteriore di quegli autori che gli sono stati referenti culturali per tutta la vita. Scrive il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, nell’introduzione al catalogo che “i momenti della formazione, tanto importanti per ogni artista, sottolineano il ruolo – parte integrante della mostra – della cerchia di colleghi e amici che hanno alimentato il talento di Bugiani, traendo allo stesso tempo da lui più di un motivo di ispirazione. Uomo a volte definito, come spesso capita ai pistoiesi di carattere schivo e solitario, anche nei momenti di solitudine, Bugiani e la sua arte non hanno mai cessato di dialogare con il suo tempo, in una sperimentazione e in una ricerca continue. È proprio nel ruolo assunto dagli artisti pistoiesi, a partire dal primo Novecento, nell’ambito regionale e nazionale, nella loro capacità di aprirsi al mondo rifuggendo le angustie del provincialismo, che la città continua a buon diritto a trarre legittimo orgoglio per un inalienabile contributo rivolto all’idea di cultura e dunque di convivenza civile. È quindi con la consapevolezza di poter trarre insegnamenti preziosi da questa mostra, non soltanto sul piano artistico ma anche umano, che il Comune di Pistoia, dopo tanti anni, ha aperto nuovamente le porte, con estremo piacere, all’opera di Pietro Bugiani”.

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