P.I.L. – Les bouquinistes

No, non è il famigerato Prodotto Interno Lordo e nemmeno il post-punk dei Public Image Limited. Il P.I.L. di cui mi occuperò su queste pagine è quello delle Pistoia’s Indipendent Libraries. Lo so, library in inglese vuol dire biblioteca, non libreria, ma mi concedo questa estensione semantica per la vicinanza fonetica delle due parole.
Pistoia, nonostante le ridotte dimensioni territoriali che fanno pensare a un bacino di lettori ristretto, presenta un gran numero di librerie. Nel solo centro storico se ne contano ben undici (ma forse ne dimentico qualcuna) fra librerie di catena, indipendenti generaliste, dell’usato, remainder, da collezione e specializzate. Altre due sono in zone più periferiche. Un bel primato, considerando la crisi e la poca inclinazione alla lettura degli italiani. Purtroppo non tutte riescono a rimanere sul mercato. A memoria, ne ricordo almeno tre che negli anni ci hanno lasciato: la libreria La Sala, la mitica Cartolibreria delle Novità e, ultima, la Edison.
Con questi post farò una ricognizione delle librerie indipendenti presenti in città, parlando con i titolari e scoprendone i segreti. Personalmente, quando penso a una libreria indipendente penso a un luogo in cui posso rapportarmi sempre con un libraio competente, che fa il suo lavoro con passione (non con dieci commessi, spesso giustamente frustrati e distaccati) e che mi offre una scelta di libri che va al di là delle dieci case editrici famose (le cosiddette major) che trovo ovunque: dal supermercato, all’edicola, alla posta. Pistoia città del libro, dunque? Non so, ma di certo le possibilità di scelta non mancano.

les bouquinistes[dropcap]F[/dropcap]ra le tante librerie pistoiesi, Les Bouquinistes (qui il sito e la Pagina Facebook) è una delle ultime nate ma si è fatta subito notare per l’originalità della formula (almeno nella nostra città) e per le iniziative che propone. Ma lasciamo che siano i due titolari, Sergio Salabelle ed Elena Zucconi, a parlarcene.

Les Bouquinistes è nata nel dicembre 2011 in un piccolo fondo in via dell’Ospizio, adesso invece si trova in via dei Cancellieri 5. Partiamo da qui: come mai questo cambio di sede dopo breve tempo?

Come hai detto il fondo era veramente molto piccolo. Appena dodici metri quadrati. Inoltre eravamo e siamo molto interessati a fare della nostra libreria un posto dove ospitare vecchi e nuovi amici, condividendo le loro e le nostre passioni.

Il nome della vostra libreria fa riferimento ai romantici venditori di libri usati sulla Senna. La scelta è casuale o avete un legame particolare con Parigi?

Il legame c’è, ed è un legame soprattutto spirituale. Amiamo molto quella città, dove cerchiamo di scappare appena possibile, ma principalmente ne amiamo l’anima. Parigi non è solo una città, è un modo di essere.

Sui vostri scaffali si possono trovare libri usati, rari e da collezione, quindi non siete una “normale” libreria indipendente ma nemmeno una semplice remainder con libri nuovi a metà prezzo. Da dove nasce questa scelta?

Abbiamo sempre amato i vecchi libri e li abbiamo sempre cercati, nelle bancarelle o nei mercati. Il vecchio libro ha un fascino che su di noi ha sempre avuto presa facile. Quando abbiamo deciso di aprire la libreria, ci è sembrato logico ed inevitabile pensare ad una libreria dell’usato. Prima di tutto perché non ne esistono più molte e poi perché il fascino di un vecchio Einaudi o di un libro fuori catalogo magari da vent’anni, non può competere, a nostro avviso, con l’ultimo best seller di turno. Per quanto riguarda il remainders, cui facevi riferimento, è un mercato che non esiste più. Le case editrici preferiscono mandare tutto al macero, piuttosto che venderlo a metà prezzo. Quel che si trova, francamente, è molto poco.

Come reperite i volumi e che tipo di clientela avete?

I libri sono nelle case. Nelle librerie straboccanti di libri che non si ha più voglia di leggere o che sono diventati troppi per una sola casa o che si sono ereditati da qualche zio professore. E’ bello andarli a scovare e dargli nuova vita, dopo avergli tolto, magari, quella patina di polvere che a volte li ricopre. Quanto ai nostri clienti, sono persone di tutti i tipi, dallo studioso all’appassionato, dalla signora ai giovani che cercano qualche classico introvabile di cui hanno letto o sentito parlare. Come è noto, le donne leggono più degli uomini, e questo si riflette anche sulla nostra clientela.

Nelle nuova sede in via dei Cancellieri avete iniziato a fare anche incontri letterari di vario tipo: dalle classiche presentazioni di libri a serate speciali dedicate ad autori specifici (come quella su Manganelli di cui abbiamo parlato anche su La MELA). Cosa avete in programma per i prossimi mesi?

Prima di parlare dei progetti futuri, vorremmo ricordare, in particolare, due cose alle quali abbiamo tenuto in maniera paricolare: una serata sullo scrittore Maurizio Salabelle, con la partecipazione di Paolo Albani, Ugo Cornia e Giovanni Capecchi e una mostra dell’artista Paolo Beneforti, che si è appena conclusa. Abbiamo poi ospitato (e continueremo a farlo) piccoli incontri con scrittori della zona. Tra i progetti per il futuro, stiamo lavorando ad una serata su un grande scrittore italiano, sul genere di quella che tu ricordavi dedicata a Giorgio Manganelli e poi un paio di mostre che ospiteremo in primavera.

I vostri orari di apertura sono molto ristretti (dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19) indice che probabilmente questo non è il vostro lavoro principale. Cosa fanno dunque nel resto del tempo Sergio ed Elena?

Il mestiere del libraio è un po’ misterioso, come quello del mago o dell’alchimista. Chi ci conosce come librai, ci immagini intenti a leggere o a caccia di rarità negli orari di chiusura.

Siete dunque una realtà che nasce da vera passione per i libri e non unicamente per fare profitto. Una cosa sempre più rara pensando ai “supermercati del libro” che sono diventate la maggior parte delle librerie di catena. Il vostro sembra invece un hobby, un giocattolo, un sogno da coltivare per rendere più bella la vostra vita.

Sicuramente le librerie sono molto cambiate negli ultimi anni ed è quasi impossibile trovare in una normale libreria, anche in quelle indipententi, un libro che non sia più vecchio di qualche anno. Spesso le librerie non hanno una loro anima e ovunque si trovano le stesse cose. Direi comunque che la nostra attività è qualcosa in più di un sogno. E’ una realtà, spesso impegnativa e faticosa, ma che che riesce a darci grandi soddisfazioni. Abbiamo raccolto, intorno alla libreria, tante persone, tanti amici che vengono a trovarci, ci propongono i loro progetti e cercano di realizzare qualcosa con noi. Credo ci sia bisogno di posti così, ovunque. Aperti e liberi da costrizioni o stereotipi.


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Un commento su “P.I.L. – Les bouquinistes

  1. Diana Fantacci il said:

    Un posto davvero magico, con un’atmosfera unica ed un profumo di libri ineguagliabile! Due amici preziosi. Grazie.

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