Questo fine settimana ha fatto tappa al Manzoni di Pistoia una prima regionale: Locandiera B&B di Roberto Andò, con protagonista una delle attrici più affascinanti del panorama italiano, Laura Morante. La pièce è un adattamento dal celebre testo goldoniano di cui mantiene i richiami espliciti nei nomi dei personaggi e i rapporti fra loro. Per il resto, le variazioni sono molto forti, a cominciare dall’ambientazione contemporanea, per finire col taglio da noir-ironico che è stato dato al testo. Altro elemento che dà brio allo spettacolo è l’uso degli accenti dialettali (toscano, siciliano, milanese), non eccessivi ma sapientemente dosati. La vicenda è ambientata in un’antica villa che si appresta a diventare bed & breakfast/locanda con degli ospiti ambigui legati al mondo della criminalità. Mira, la protagonista, è l’ingenua tenutaria lasciata dal marito a gestire una situazione scottante senza conoscerne le dinamiche. Ne verrà fuori molto bene, acquisendo ben presto quella scaltrezza che era tipica anche del personaggio originario. La Morante e gli altri attori (Bruno Armando, Vincenzo Ferrara, Danilo Nigrelli, Roberto Salemi) se la cavano bene, così come le giovani Giulia Andò e Eugenia Costantini, con una recitazione sicura e tempi scenici ben calibrati. Gli attori microfonati non sono il massimo a teatro, tuttavia le voci lievemente amplificate si inseriscono bene nel clima da sceneggiato tv vecchia maniera a cui un po’ rimanda la regia. Roberto Andò, infatti, è un affermato regista cinematografico e in questo spettacolo teatrale utilizza tecniche tipiche di film e telefilm, soprattutto con le continue sottolineature musicali dal tono cupo. Tuttavia, se un neo si vuol trovare allo spettacolo, lo si può vedere nel testo e nella struttura narrativa che non riesce a portare alla giusta suspense e ad alzare adeguatamente la tensione fino all’apice finale, come si richiederebbe a un noir. La scelta stilistica di navigare a metà tra l’ironia e il thriller non è di facile attuazione, e i due registri forse si sono annacquati a vicenda. Peccato, perché la levatura degli attori avrebbe permesso di ottenere risultati migliori con un impianto di base più spesso.
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