L’oasi di Leda Rafanelli

Venerdì 13 ottobre alle ore 18.00, presso la libreria Lo Spazio di via dell’ospizio a Pistoia, verrà presentato L’Oasi. Romanzo arabo, di Leda Rafanelli appena ripubblicato da Corsiero Editore.
La presentazione è a cura di Milva Maria Cappellini e Alice Trippi.

Nel 1929 – l’epoca della repressione fascista in Cirenaica – Leda Rafanelli pubblica con lo pseudonimo maschile di Étienne Gamalier L’Oasi. Romanzo arabo, narrazione potente che, in una trama d’amore e di esotismo, afferma pratiche e ideali radicalmente alternativi.
La passione sensuale e dolorosa tra una fanciulla beduina e un giovane giornalista francese, affascinato dalle bellezze arabe ma convinto delle ragioni del colonialismo, si intreccia con le storie di due europei colti e consapevoli, convertiti all’Islam e alla saggezza dell’Oriente.
Sullo sfondo, il deserto percorso da carovane di berberi, le comunità di coloni affamati di ricchezze, i poveri villaggi di capanne e i lussuosi alberghi di Tunisi.
Ma alla vicenda sentimentale esotica, degna del più esemplare feuilleton, Leda Rafanelli intreccia un discorso politico e culturale forte e preciso, confutando gli argomenti delle potenze conquistatrici e le mistificazioni degli intellettuali europei, contrastando il militarismo e il razzismo. Anche dopo la grande guerra che ha devastato l’Europa come il ghibli che spazza le dune, sono soprattutto le donne – intrepide, affascinanti, fortissime – a elaborare e realizzare valori di comprensione, cura, riconciliazione.


Leda Rafanelli, nata a Pistoia nel 1880, si trasferisce ventenne a Firenze e poi a Milano. E’ militante e propagandista anarchica, scrittrice infaticabile, editrice coraggiosa. Convertita all’Islam, studia l’arabo e veste all’orientale. Propugna e pratica ideali di pacifismo e antirazzismo. Vive storie d’amore con uomini destinati alla celebrità: il giovane Mussolini socialista, il pittore Carrà non ancora celebre, l’editore Giuseppe Monanni. Durante il fascismo vive appartata continuando però a lavorare senza tregua. Dopo la morte prematura del figlio, cresce i nipoti mettendo a frutto nell’attività di chiromante la sua sensibilità straordinaria. Muore a Genova nel 1971.

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