Lo straniero

Ritratto-Gifuni-di-Filippo-Vinicio-Milani-colore-1L’uomo che ha perso contatto con sé stesso, l’uomo che non si conosce più, che non vede più la sua umanità e si sente indifferente a tutto e tutti. Questo è l’uomo descritto ne Lo straniero di Albert Camus, in scena questo fine settimana al Manzoni: “un’anima incallita”, “un cuore cieco” come recitano due passi del testo. Eppure, quest’uomo è quanto di più ordinario e comune si possa trovare nella società contemporanea, che l’autore francese fotografa con distaccata e spietata lucidità. Una storia, quella de Lo straniero, che può apparire surreale, impossibile nel suo dipanarsi dal tran tran di tutti i giorni giù per le rapide di una vicenda che prende velocità all’improvviso, fino allo schianto finale. Ma in fondo, quante vicende apparentemente surreali come questa si consumano da sempre? Un uomo anaffettivo, diremmo oggi, che non riesce a piangere al funerale di sua madre, che osa fumare e bere caffè e latte la notte della veglia funebre, che davanti alle domande cruciali della vita (“Mi ami? Mi sposi?”) rimane basito, incredulo e indifferente. Nemmeno con una pistola in mano sente la differenza tra sparare o non sparare. Sarà solo il sole opprimente a farlo decidere.

Fabrizio Gifuni, ieratico nel suo completo bianco, interpreta questa lettura scenica in modo apparentemente freddo e distaccato, in realtà entrando pienamente nel personaggio di Meursault, che guarda la propria vita come dall’esterno, come se non toccasse a lui subire o godere delle vicende di tutti i giorni. La regia è spoglia ed essenziale: poche valige accatastate sullo sfondo, asta, leggio e una postazione da dj da cui GUP Alcaro fa partire suoni d’ambiente perfetti per aiutare a visualizzare le varie scene della storia. E poi le canzoni, sparate a volume da rave, a fare da separé fra un atto e l’altro. Alla fine la partecipazione del pubblico alla narrazione è totale, ed esplode in un lunghissimo applauso. Gifuni ringrazia, contento e stremato come avesse corso una maratona. Ma non era solo una lettura?


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