Il porto dell’amicizia

ungaretti
Sabato 3 dicembre alle 18 presso la libreria indipendente Les Bouquinistes – via dei Cancellieri 5 a Pistoia – Il porto dell’amicizia. Leone Piccioni racconta Ungaretti e il Novecento. La serata avrà come ospiti la figlia di Leone, Gloria Piccioni e Silvia Zoppi Garampi, curatrice del volume che, insieme a Giuseppe Grattacaso – che ha organizzato l’incontro – ci racconteranno del carteggio composto da oltre trecento lettere tra Leone Piccioni e Giuseppe Ungaretti contenute in Giuseppe Ungaretti / L’allegria è il mio elemento. Trecento lettere con Leone Piccioni, Mondadori, 2013.
Un modo per parlare della vita dei due uomini, della loro amicizia, di poesia e di un secolo di letteratura. Pubblicato nel 2013 da Mondadori il carteggio, con duecentocinquanta lettere di Ungaretti e cinquantuno di Piccioni, a cura di Silvia Zoppi Garampi e con una testimonianza dello stesso Piccioni, è la prova tangibile di un legame durato quasi un quarto di secolo interrotto solo dalla morte del poeta.
“Quando si potranno consultare e pubblicare le lettere di Ungaretti, tante cose si metteranno meglio a fuoco, ed impressioni, e dispute e nascite d’idee, ed affetti.” Così scriveva Leone Piccioni, suo allievo all’università di Roma e poi curatore delle opere, nella biografia del poeta. Interprete privilegiato di un mondo lirico che è patrimonio dell’umanità intera, Piccioni ha avuto con il Maestro una lunga e approfondita familiarità e, nonostante la frequentazione quotidiana, ha sempre intrattenuto con lui un intenso carteggio, quello che qui si pubblica, dando modo ai lettori di “mettere a fuoco” davvero uno dei maggiori poeti del Novecento europeo. Passano in queste lettere, scritte tra il 1946 e il 1969, oltre vent’anni non solo di vicende personali, di dispute accademiche e letterarie, di riflessioni sulla poesia e sul suo farsi, ma anche di storia culturale italiana; il tutto riletto attraverso gli occhi di Ungaretti, che a Piccioni si racconta e con lui spesso si sfoga, con toni talora impetuosi ma sempre limpidi e vibranti di personale ironia.

Leone Piccioni Trascorse la giovinezza con la famiglia a Pistoia dove conseguì il diploma di maturità classica al liceo Forteguerri. Il rapporto con la città toscana si consoliderà quando lo scrittore sarà tra i fondatori del Premio Ceppo Pistoia. Studiò all’Università di Firenze con Giuseppe De Robertis e all’Università di Roma con Giuseppe Ungaretti e insegnò successivamente a Roma e alla IULM di Milano letteratura italiana moderna e contemporanea. Assunto in RAI nel 1946, venne nominato direttore del telegiornale e successivamente ricoprì importanti incarichi direttivi fino alla nomina, nel 1969, a vice direttore generale. Fu redattore de L’Approdo letterario e curatore della omonima trasmissione televisiva. Fu direttore de La Discussione. Come critico letterario, oltre a decine di edizioni e saggi su Ungaretti, di cui ha curato l’edizione di Tutte le poesie (Milano, Mondadori, 1969), ha curato edizioni e scritto saggi su autori come Federigo Tozzi, Carlo Emilio Gadda, Giacomo Leopardi. È stato una firma storica del quotidiano Il Tempo.
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