Il museo delle vibrazioni (foto)

tronciA Pistoia non si fanno solo ricami e piante da invaso. C’è un altro prodotto di artigianato “d’autore” noto in tutto il mondo: i piatti e gli strumenti musicali in bronzo e ottone della U.F.I.P. Chi è appassionato di musica ha sicuramente visto almeno una volta quel marchio sul palco di qualche concerto, anche di star internazionali. Eppure, a conferma dell’adagio nemo propheta in patria, ancora in tanti a Pistoia non sanno dell’esistenza di questa azienda che, unica in Italia, produce principalmente piatti per batteria di qualità sopraffina. Nata nel 1931 come cooperativa che raggruppava quattro fabbriche di fusione e lavorazione di metalli, è andata sempre più specializzandosi e oggi, anche grazie all’opera divulgativa del presidente, Luigi Tronci, è un fiore all’occhiello per la nostra comunità.

Oltre alla UFIP, Luigi Tronci in questi anni ha dedicato tempo e passione alla realizzazione di un vero e proprio museo degli strumenti a percussione che raccogliesse un vasto campionario da tutto il mondo. È nata così la Fondazione Luigi Tronci, con sede in corso Gramsci, 37 a Pistoia. In due sale e un chiostro, la Fondazione cerca di esporre il meglio di questa collezione unica in Italia. E dico “cerca” perché lo spazio non è sufficiente a contenere tutti gli strumenti raccolti negli anni e depositati per ora in tre magazzini, insieme alle sculture sonore donate da svariati artisti. Proprio per divulgare alla cittadinanza la conoscenza di questo preziosissimo “museo delle vibrazioni”, è stato organizzato il Festival della musica e degli strumenti musicali a percussione con visite guidate e concerti. I cinque incontri del Festival si sono svolti dal 28 dicembre 2013 al 12 gennaio 2014 e hanno riscosso un gran successo di pubblico anche grazie alla fascinazione che gli strumenti, suonati e fatti vivere dal percussionista Gennaro Scarpato, hanno sui visitatori. La manifestazione si è chiusa con un affollatissimo concerto di Antonino Siringo e Gennaro Scarpato che hanno improvvisato usando decine di strumenti diversi. Un vero e proprio spazio magico abitato da campane di bronzo, gong, strumenti ideati ad hoc da Puccini per le sue opere, macchine rumoristiche per i teatri e centinaia di altri strumenti dal suono incantevole provenienti dai quattro angoli del globo. Dall’Africa arrivano tronchi d’albero trasformati in tamburi, zucche sonore in molte varianti (cabaza, kalimba, water drum, balafon), il vaso Hudu, i tamburi jambè, tamà e dum dum; dall’Asia arrivano i gong, le campane tibetane, le tazze taoiste, gli xilofoni di Bali; dall’Australia i didjereedoo; dall’America il birimbao e i vasi sonori canadesi. E poi gli strumenti naturali appesi all’albero dei suoni, realizzati con foglie, gusci di noci, semi, unghie di capre, pietre di ardesia e di cotto. Impossibile non rimanere ipnotizzati dal suono di tanti strumenti che fanno ritrovare la giusta risonanza con il mondo che ci circonda.

Un grande museo delle percussioni etniche che è doveroso valorizzare e far conoscere, specie alle scolaresche, per avvicinare i ragazzi alla musica ed incuriosirli riguardo a questo mondo. Chi fosse interessato a fare una visita guidata (minimo dieci persone) a prezzo economico, può contattare il numero 0573 994350 oppure scrivere a info [chiocciola] fondazioneluigitronci.org   Ne vale davvero la pena!


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