Il mare nel cielo – recensione

Ripubblico una recensione di Marco Bellomo a Il mare nel cielo apparsa il 6 agosto 2010 sul sito Lo snodo e oggi non più reperibile.

E’ uscita per le Edizioni  Scudo una raccolta di racconti di Simone Piazzesi, Il mare nel cielo. Letto il libro, mi perseguitano due domande assillanti: Qual è stato il mio primo libro? Forse I ragazzi della via Pàl, ma non ne sono sicuro. Avevo in programma di rileggerlo, ma non me la sento.  La seconda è : perché diavolo uno specchio riflette al contrario destra a sinistra, e non basso e alto? Potrei cercare su google, ma sarebbe una vigliaccata. Domande che possono punzecchiare solo chi abbia letto questa raccolta.

L’autore lascia sempre una traccia di favola, nei racconti  che abbiamo avuto il piacere di leggere. Come è stato dimostrato criticamente da tempo (narratologia, specie Vladimir Propp), la favola è un genere molto serio, che vive di schemi specifici ( parti fondamentali), che oggi, seguendo un termine nuovamente di moda, soprattutto molto indicato alla scrittura presa in esame, possiamo indicare come Archetipi.  Meglio semplificare la complicata questione, parlando ingenuamente di immagini che vecchi e bambini possono tranquillamente condividere, e su cui continueranno per tutta la loro vita a modellare o forse rincorrere i propri pensieri; prescindendo dal numero di libri letti.  Nelle favole tutto  capita senza un vero motivo, ovvero il protagonista si ritrova in una elementare, ma mai banale, trama del mondo,  con perfetta coerenza e logica interna , ma priva di spiegazioni “fondanti” Se vogliamo dirla tutta, la stessa esperienza che ognuno di noi fa venendo al mondo. Ci ritroviamo quaggiù senza un vero e proprio “perché” e questo cerchiamo per tutta la vita.

Piazzesi entra nei pensieri di una cane, di un topo gigante, di un uomo frustrato davanti a un Destino o una Domanda , ma sempre in maniera svagata. Fantascienza e fantastico metropolitano, con irriverente simpatia, dove fanno  la propria comparsa anche il motto salace e la parolaccia, a volte gioiosamente gratuita. Urlo liberatorio verso un mondo spesso incomprensibile, banale, in attesa di una rivelazione,“Un sorriso segreto”

Non mancano fra i suoi “disegni”, la parola “ritratti” non renderebbe giustizia alla complessa elementarità dei suoi racconti, L’idiota sapiente, l’uomo invisibile e una bellissima riflessione sulla natura della scrittura e della vita, nel racconto “Il paradiso del niente”. Una meditato grado zero della scrittura, in favole decisamente per grandi, che trovano forse uno dei  loro modelli, in Oscar Wilde.

Da leggere sicuramente, per poter gustare il divertente sfottò, di un genere letterario e di una cultura sotterranea molto particolari, quelli fantastici, evidentemente molto amati, nonostante la successiva riflessione facilmente rintracciabile. Non si conosce, per caso, il nome di Franz Anton Mesmer.


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