Il bell’Antonio, di Sepe

pro00859aNon è facile portare sul palco lo spettacolo tratto da un famoso romanzo reso ancora più celebre da un film che ha unito indissolubilmente il volto del bell’Antonio con quello di un gigante come Marcello Mastroianni. Eppure Giancarlo Sepe, regista di questa piece, non teme il confronto col pistoiese Bolognini e dirige una compagnia ben calibrata, con personaggi e macchiette che si incastrano alla perfezione nel tessuto narrativo e scegliendo attori principali sicuri nel loro ruolo. All’Yves Montand di Monsummano, Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti sono, infatti, la coppia di maggior spicco, ma un ottimo lavoro è fatto anche dal figlio (sulla scena e nella vita) di Giordana, Luchino, nei panni del protagonista. Luchino, tra l’altro, è l’unico (insieme al “federale”) a cimentarsi col siciliano, riuscendo nell’impresa senza eccessi da avanspettacolo. Il ruolo, d’altronde, è drammatico perché quello dell’impotenza, nella Sicilia del primo novecento (ma forse ancora oggi) è un vero dramma esistenziale che va nascosto e dissimulato finché si può. Nonostante questo, il testo teatrale riesce a far passare anche quell’umorismo tipico delle pagine brancatiane, in questo aiutato senz’altro dalla sensibilità della figlia di Vitaliano, Antonia, sceneggiatrice insieme a Simona Celi. Semplice ma altamente simbolica la scenografia, con una colonna-obelisco che troneggia al centro del palco, immagine della piazza del paese intorno a cui ruotano i pettegolezzi di tutti, ma anche evidente simbolo fallico che rimanda al “problemuccio” di Antonio. Dalla cima della colonna pende uno pseudo-sipario ruotante che scandisce il passaggio da una scena all’altra. La storia è quella che tutti conoscono del bel rampollo di buona famiglia creduto da tutti un playboy ma che invece è incapace di amare carnalmente le donne, cosa che diverrà palese solo dopo il matrimonio con la sua conseguente rottura. Mirabili i siparietti di Alfio/Giordana col prete, in uno scontro che evidenzia la distanza fra sentire comune e regole religiose e la commistione di queste con interessi che di spirituale hanno ben poco.

Attori: Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti, Luchino Giordana, Elena Callegari, Simona Celi, Michele De Marchi, Natale Russo, Alessandro Romano, Giorgia Visani

Scene: Carlo De Marino
Costumi: Francesca Cannavò
Light designer: Franco Ferrari

Regia: Giancarlo Sepe

Adattamento teatrale: Antonia Brancati e Simona Celi


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