I graffiti di via Gobetti

C’è un angolo di Pistoia che sembra una capsula del tempo. Via Gobetti è un’insenatura di via Frosini; oggi c’è un negozio di articoli sportivi, un tempo c’era la redazione de La Nazione ma soprattutto il capolinea cittadino dei bus della Lazzi. Proprio per questo, era sempre frequentata da giovani e studenti non ancora motorizzati, in preda agli ormoni, agli slanci politici o all’esuberante tifo sportivo. E soprattutto con matite, penne e pennarelli sempre carichi nelle fondine. Vittime predilette dei graffitari di un tempo erano muri e colonne del portico, oggi dall’aspetto decadente. Invero, quell’anfratto non ha mai avuto un aspetto brillante, complice il suo essere ritirato, seminascosto, perfetto per piccole azioni di micro-ribellione urbana. Fin qui niente di diverso da ciò che accade da sempre un po’ ovunque. La particolarità di via Gobetti è che ha conservato intatti quei graffiti nel corso dei decenni, facendo arrivare fino a noi messaggi lasciati anche 45 anni fa! Non hanno ceduto alle intemperie, alle piogge e nemmeno a mani di vernice riparatorie che, evidentemente, nessun ha sentito il bisogno di stendere. Lo trovo un fatto assai singolare e molto romantico. Anzi, penso che l’amministrazione comunale dovrebbe mettere dei vetri protettivi davanti a quelle testimonianze di un tempo che fu, ormai scevri dalla nomea di atti vandalici e decantati quasi in opera d’arte post-moderna.

Di seguito la galleria fotografica (cliccare sulle foto per ingrandirle). Chissà che qualche cinquantenne non si riconosca come autore di qualcuna di quelle dichiarazioni d’amore/odio e non si commuova nel ricordare l’attimo in cui, adolescente, la vergò furtivo.


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