Gli strani nomi delle vie di Pistoia

Forse i pistoiesi nemmeno se ne rendono conto, avendole nelle orecchie fin dall’infanzia, ma i nomi di alcune vie della loro città risultano molto particolari, a volte quasi bizzarri. Il visitatore, invece, ne rimane subito colpito, specie se viene da fuori Toscana (e quindi poco avvezzo al nostro umorismo tagliente). Non è propriamente una forma d’arte, ma ho sempre considerato l’estro pistoiese per la toponomastica come una forma molto sottile di “creatività sociale”, spalmata nei secoli e incisa su pietra. Un modo raffinato e goliardico per farsi sberleffo della cappa di piombo che pendeva (e in parte pende ancora oggi) sulla città dall’austero palazzo del “vescovado” o dai palazzi del potere politico e bancario di piazza del Duomo. Ecco che allora, accanto ai soliti personaggi famosi, ai fiumi e alle località storiche (Adua, Macallè, Curtatone e Montanara) troviamo tutta una serie di strade che sembrano uscite direttamente da un libro di novelle irriverenti rinascimentali: Via Abbi Pazienza, Vicolo Brontola, Vicolo Chiappettini, Via della Forra Sanguinaria, Vicolo Malcosiglio, Vicolo Bacchettoni, Vicolo Buio, Via delle Pappe, Via delle Pentole, Via del T, Piazza Opplà!, Sdrucciolo dei Cipollini. Per non dire di contrade appena fuori città dai nomi altrettanto curiosi: Barile, Spazzavento, Pontelungo. Non so se anche altre città hanno questa toponomastica fantasiosa, ma di certo Pistoia si è data un bel da fare per non risultare scontata.
Sul web si possono trovare alcune ipotesi storiche sull’origine di questi nomi  e c’è persino una pagina Facebook dedicata.
Nel 2007 Enzo Cabella ha scritto un saggio su questo argomento dal titolo Abbi Pazienza e le sorelle : origini e curiosità su vie e piazze di Pistoia.
Forse per osmosi, abbiamo passato un po’ di questo spirito anche alla vicina Prato in cui possiamo trovare una fantastica Via Vai (Stefano).

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