Giorgio Manganelli, viaggiatore sedentario

LiettaMetti una serata in una piccola libreria indipendente di una città di provincia; un autore geniale, “sconclusionato” e forse non adeguatamente conosciuto; una figlia che ricorda con affetto e passione quel genitore così strano, taciturno ma capace di evocare la forza del mito anche in una banale confidenza amicale. Ecco che otterrete un’atmosfera calda e intima, con un’ottima cena-buffet preparata in casa a coronare la convivialità dell’incontro umano e letterario.
Terrestri traslazioni: in viaggio con Giorgio Manganelli, alla libreria Les Bouquinistes di Pistoia, è stato questo. Un’occasione per conoscere un arguto e maniacale autore (nel senso di maniacalmente legato al linguaggio narrativo come modo quasi esclusivo per comunicare col mondo, anche quando conversava a tavola), attraverso le parole di chi l’ha conosciuto da vicino: la figlia Lietta e Viola Papetti. La serata era dedicata all’analisi della narrativa di viaggio di Manganelli, tanto affascinante e copiosa quanto insolita per una persona cui spostarsi costava fatica e che non a caso si definiva un “viaggiatore sedentario”. Così ferocemente sedentario (come sottolineava Citati) che fino a cinquant’anni era uscito dall’Italia solo in due rapidissime occasioni. In realtà, la presentazione dei libri Viaggio in Abruzzo con Giorgio Manganelli di Pino Coscetta e Gli straccali di Manganelli di Viola Papetti  sono stati quasi un pretesto per un ritratto a tutto tondo del “Manga”. Si è scoperto, per esempio, che uno dei suoi libri di viaggio più importanti, Viaggio in Africa, è un libro fantasma perchè uscito in tiratura limitatissima per Adelphi nel 2006 e mai più ristampato; così come Il Manganelli furioso uscito solo in un’unica edizione tedesca o Cerimonie e artificio. Un altro suo libro ormai difficilmente reperibile è il famoso Sconclusione di cui Lietta ha raccontato un surreale aneddoto. Avendo Rizzoli deciso di mandarne al macero centinaia di copie per far posto in magazzino, il corriere deputato al trasporto, forse consapevole dell’assurdità dell’operazione, si accordò segretamente con un libraio di Bologna per consegnargli buona parte del carico. Si salvarono così molte copie.
Altro aneddoto affascinante è stato quello sul rapporto fra lo scrittore e Alda Merini, con cui aveva avuto un’intensa storia d’amore giovanile. Manganelli amava la poesia della Merini, la incentivava a scrivere e, segretamente, l’aiutò più volte anche economicamente. Ma le lettere che lei continuò a mandargli per tanti anni, Manganelli non riusciva a leggerle, le buttava senza nemmeno aprirle.
Dopo la cena è stato proiettato il documentario sulla Norvegia che Manganelli curò per la trasmissione Mixer nei primi anni ’80 (una televisione d’altri tempi oggi nemmeno concepibile, alla faccia dei centinaia di canali del digitale terrestre). Un altro esempio di letteratura di viaggio, questa volta nell’estremo nord, in cui la voce narrante dell’autore sembra leggere da un testo meditato, limato e curato in modo certosino, con la sorprendente capacità di creare immagini ed entrare in empatia con luoghi e persone sconosciuti. E invece, la figlia Lietta ha rivelato che in quella, come in altre occasioni, Manganelli non leggeva un testo ma andava a braccio, improvvisando quindi con incredibile maestria, rielaborando ricordi e scenari sentiti nella loro più profonda essenza.
A conclusione della serata, Sergio e Elena, titolari della libreria, hanno annunciato la prossima indizione di un concorso letterario dedicato a Giorgio Manganelli: lo “Sconcorsone”, in cui i partecipanti si dovranno cimentare nella stesura di micro-racconti sullo stile delle “Centurie” manganelliane. I premi saranno davvero speciali: una copia di Centuria autografata dall’autore, una copia dell’ormai rarissima Sconclusione e un ritratto dell’autore formato gigante di Paolo della Bella, sullo stile dei “manganellini”. Tenete d’occhio quindi il sito della libreria e la sua Pagina Facebook

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