Con gli adesivi sugli occhi

Opera di Clet dedicata al Comandante dei Vigili urbani di PistoiaFonte: www.cct-seecity.com

Articolo pubblicato originariamente il 13 luglio 2011 su Lo snodo ed oggi non più reperibile.

Clet Abraham è uno dei più celebri e apprezzati artisti di strada contemporanei. Francese di nascita, ha scelto l’Italia, Firenze in particolar modo, per vivere e lavorare. Ha il suo studio di là d’Arno, nel quartiere di San Niccolò, nel cuore della Firenze più genuina e sincera. Scultore e pittore, si è ultimamente imposto all’attenzione del pubblico per le sue originali “invenzioni” sui cartelli stradali. Tramite l’apposizione di adesivi, infatti, Clet Abraham fa rivivere gli asettici omini della segnaletica e le insipide simbologie stradali dandogli nuova vita. Bastano poche pezzi di scotch appiccicati sopra perché una direzione obbligatoria diventi un angelo o un vicolo cieco una postmoderna “Passione”. La creatività vera: partire da un elemento freddo e neutro per trasformarlo in qualcosa di vivo, ricco di significato e di rimandi simbolici.

Ovviamente, per loro natura, questo genere di opere vanno eseguite in loco, e quindi Clet ha scelto di abbellire le strade d’Italia con queste creazioni a volte ironiche, altre drammatiche, sempre sorprendenti. Da notare che i cartelli stradali sottoposti a questo “trattamento” non vengono resi irriconoscibili e quindi continuano a svolgere la loro funzione primigenia: l’automobilista si accorgerà comunque del divieto di accesso, ma almeno sorriderà vedendolo trasfigurato in un omino che si sobbarca il peso di una trave. Inoltre gli adesivi apposti sui cartelli non sono permanenti, perciò l’insegna non viene “sciupata” ma può essere riportata senza fatica alla sua versione originaria.

Questa premessa per dire che, mesi fa, Clet Abraham ha fatto visita, dopo tante altre città, anche a Pistoia, disseminando in giro i suoi cartelli “vivi”. I vigili, però, non hanno apprezzato. Per prima cosa hanno rimosso immediatamente gli adesivi da tutti i cartelli “contaminati”, dopodiché hanno individuato l’improbo “imbrattatore” che, da parte sua, non ha disconosciuto la paternità di quei gravi attentanti all’estetica cittadina. In ultimo hanno comminato all’artista ben 2.112,60 euro di multa.
Sicuramente ci sarà una legge, un regolamento, una codice sulla cui infrazione si basa tale multa. Non si vuole contestare la legittimità dell’atto, ma l’opportunità sì.
I cartelli di Clet Abraham non sono atti vandalici, l’arte non è mai distruttrice e “imbrattatrice”, non lo erano nemmeno i graffiti di Basquiat che pure erano ben più permanenti e invasivi e oggi sono venerati nei maggiori musei d’arte moderna del mondo. Le autorità pistoiesi potrebbero rispondere che una sorta di “obbligatorietà dell’azione civile” li ha costretti, carte alla mano, a multare. Non si spiega allora perch
é finora Clet non sia mai stato multato da nessuna municipalità delle tante in cui ha operato. Tutti inadempienti? Non sarà che a Pistoia siamo un po’ troppo rigidi e fiscali rischiando così di apparire persino ottusi? La mente, lo diceva Einstein, è come un paracadute: funziona solo se la si apre.
Dato che nessun danno è stato inferto ai beni comunali, che anzi erano stati abbelliti, credo che non sarebbe male se la multa venisse convertita in un monito-avvertimento per il futuro. Cosa che sarebbe triste comunque, vorrebbe dire cacciare un artista a pedate fuori dalle mura, mentre altri lo apprezzano.
Se Pisa avesse usato lo stesso metro di giudizio con Keith Haring, oggi non avrebbe in dote il suo murales più grande e ammirato. Però avrebbe ancora una chiesa in pieno centro con le mura linde e pulite, volete mettere?


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