Ci ha lasciato Enzo Marchettoni, l’unico oste.

È stata da poco diffusa la notizia della scomparsa di Enzo Marchettoni, titolare e gestore della Trattoria San Vitale, in via Puccini a Pistoia. Per i tanti affezionati frequentatori di quello che è molto più di un semplice ristorante, si tratta davvero di una brutta notizia. I modi bonari ma schietti di Enzo e il calore familiare dei suoi pranzi e delle sue cene gli hanno garantito negli anni l’affetto sincero di centinaia di pistoiesi. Oggi siamo davvero addolorati e ci stringiamo in un affettuoso abbraccio con la moglie Patrizia e la figlia Serena.

Di locali come l’Antica Trattoria da Enzo non ne esistevano più, era una specie di residuato storico che avrebbe dovuto esser protetto dall’Unesco. La trattoria gestita da Baffo, un placido cinquantenne pingue con l’aria sempre serena, era chiamata Dagli Anarchici perché negli anni ’70 era stato un ritrovo abituale dei “sovversivi” pistoiesi. Non aveva mai avuto quel nome sull’insegna ma tutti la conoscevano così. Subito fuori dal centro storico, si entrava salendo due scalini corrosi di pietra arenaria e ci si trovava in un angusto barettino dove entrava a malapena un piccolo banco di due metri e la cassa. Subito si era accolti dagli odori, grassi e vivi, della cucina che anticipavano le pietanze del menù. Da una porticina si accedeva alla sala, vero cuore del locale, ricavata in un antico locale dalle volte smodatamente alte. Colpiva il contrappasso con la stanza adiacente e, soprattutto, l’arredamento spoglio e un po’ decadente. Sembrava che il salone fosse stato ibernato in un periodo imprecisato fra gli anni ’50 e ’60: imbiancatura giallognola, stampe improbabili appese ai muri, mobilio demodé. Eppure tutto questo non mi dava fastidio, anzi, mi faceva sentire in intimità, a casa. Provavo molto più disagio in certi ristorantini moderni, luccicanti e spocchiosi, con la musica a palla e gli odiosi schermi televisivi che ti scrutano in ogni stanza. Oltretutto dagli Anarchici anche i prezzi erano popolari e la cucina da leccarsi i baffi. Con dieci euro ti facevi una cena completa scegliendo fra la minestra in brodo, il bollito, la frittata, la svizzera con la sottiletta, i piselli e salsiccia, il fegato alla veneziana, le rape saltate. Il tutto scritto ancora a macchina su un menù plastificato che trovavi solo lì. Non andavi a mangiare in trattoria, andavi dalla nonna che ti preparava la prima cosa che gli veniva in mente con quello che aveva in dispensa, ma col cuore. Impareggiabile.

La percentuale di Montale – Simone Piazzesi (Il seme bianco, 2017)


Segui La MELA Pistoia su
TELEGRAM TWITTER facebook

Per sostenere il blog
fai una donazione con Paypal,
acquista un libro oppure una maglietta, tazza o borsa coi quadri di Simone Piazzesi.

Print Friendly, PDF & Email
Precedente Concerto di campane iacopee (video) Successivo Un quartiere dedicato all'arte

Lascia un commento