Bicchieri e mancanze, duello in versi

10441039_10202943429090598_1632752136304553194_nNon capita quasi mai che due poeti si incontrino e si apprezzino al punto da ideare una serata che, ironicamente, chiamano duello in versi. In realtà, sabato 15 ottobre alle ore 18, presso Lo Spazio di via dell’ospizio, Alessandro Fo e Giuseppe Grattacaso, daranno vita ad un duetto, prestandosi la voce reciprocamene, interpretando ognuno i versi dell’altro, entrando e uscendo dai propri versi, per leggere quelli dell’altro. Sarà l’opportunità di ascoltare nuovamente i versi che Giuseppe Grattacaso ha raccolto ne La vita dei bicchieri e delle stelle (Campanotto, 2013, pp. 112, euro 11,00), e di accostarsi, per la prima volta a Pistoia, all’universo poetico di Alessandro Fo, che con il suo Mancanze (Einaudi, 2014, pp. 128, euro 11,00) ha vinto il Premio Viareggio Rèpaci 2014.

Dopo la pluriennale immersione nella poesia virgiliana che ha dato come esito la recente, apprezzatissima traduzione dell’Eneide, Alessandro Fo torna con Mancanze a proporsi come poeta in proprio. La poesia di questa raccolta è estremamente contigua, per forma e ispirazione, ai meccanismi della preghiera. Dunque una sequenza di tentativi di accostarsi al divino, ma nello stesso tempo un acuto scrutare nell’esistenza di cose e persone; una inesausta ricerca delle particelle infinitesimali di quella sostanza angelica che abita nelle contingenze terrene e umane meno canoniche. Le poesie di questo libro sono trame, filamenti che in modi anche eccentrici collegano punti disposti chissà dove, oltre la nostra percezione, e giorni e luoghi scolpiti nelle nostre reali esistenze – senza trascurare le musiche: da Chopin alle comuni battute rubate ai dialoghi quotidiani. E se di questi fili possiamo osservare solo uno dei capi – il piú vicino – l’altro può forse essere intuito, riconosciuto in alcune tracce disseminate fra le pieghe dell’esperienza di ogni giorno.

Ne La Vita dei bicchieri e delle stelle, Grattacaso prosegue il suo percorso poetico in cui prevale il tono ironico, la musicalità, un endecasillabo rivisitato che, pur guardando alla tradizione con devozione, se ne distanzia con sarcasmo, una commistione di temi che scioglie la contrapposizione tra l’infinitamente distante (stelle, galassie, nebulose) e il quotidianamente vicino (bicchieri, lenzuola, cucchiai) in un identico destino di perdita di certezza e collocazione. Anche l’antitesi tra anima e corpo, tema ricorrente in questa raccolta, invece di sfociare in angoscia si tramuta in canto, in gioco, in riflessione sarcastica. Ne emerge con chiarezza una voce poetica che unisce scetticismo e causticità nel tentativo di esorcizzare la vita con la sua precarietà, il mondo d’oggi con la sua alienazione consumista, la conoscenza e la sua ansia di sistematizzare l’ignoto.

Alessandro Fo è nato a Legnano nel 1955. Insegna Letteratura latina all’Università di Siena. Le sue principali raccolte di poesie sono Otto febbraio (Scheiwiller, Milano 1995), Giorni di scuola (Edimond, Città di Castello 2000), Piccole poesie per banconote, (Pagliai Polistampa, 2002), Corpuscolo (Einaudi, 2004), Vecchi filmati (Manni 2006), Mancanze (Einaudi 2014). Per Einaudi ha anche tradotto e curato Il ritorno di Rutilio Namaziano(1992), l’Eneide (2012, insieme a Filomena Giannotti) e, di Apuleio, Le metamorfosi (2010) e La favola di Amore e Psiche (2014). Ha inoltre curato varie edizioni di opere di Angelo Maria Ripellino, tra le quali quella che riunisce le tre raccolte poetiche Notizie dal diluvio. Sinfonietta. Lo splendido violino verde (Einaudi 2007, con Federico Lenzi, Antonio Pane e Claudio Vela).

La prima raccolta di poesie di Giuseppe Grattacaso, Devozioni, risale al 1982 e propone una nota introduttiva di Renzo Paris. Nel ’91 Grattacaso ha pubblicato per le edizioni del Catalogo di Salerno la plaquette Se fosse pronto un cielo, con uno scritto di Alessandro Parronchi. Nel 2010 presso Campanotto è uscita la raccolta Confidenze da un luogo familiare. Ampie scelte di poesie sono state pubblicate in Francia e Slovenia. È autore del blog di letteratura Mosche in bottiglia.

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