Anatomia della signorina Else

Foto di Luca Manfrini

All’interno del Pistoia Teatro Festival, evento-novità che porta il teatro, la danza e la musica in luoghi caratteristici di Pistoia fuori dai tradizionali circuiti, troviamo una pièce di assoluto valore allestita in uno spazio altamente suggestivo. Si tratta de La signorina Else, tratto dall’opera di Arthur Schnitzler, per la regia di Federico Tiezzi, messa in scena nel piccolo Teatro Anatomico dello Spedale del Ceppo (ingresso da via degli Armeni). La recitazione è affidata alla protagonista, Lucrezia Guidone (Else) e a Martino D’Amico (Dorsday). La vicenda è quella di una giovane di buona famiglia austriaca che, in un momento di difficoltà economica, viene spinta dalla madre a “vendersi” ad un facoltoso conoscente per ottenere un prestito che eviterebbe la galera al padre. Else, nonostante la sua natura altera, spavalda e la sua mentalità aperta, non riesce però a sopportare l’idea di doversi mostrare completamente nuda ad un estraneo (questo il “prezzo” da pagare per ottenere i soldi) e inizia un’angosciosa battaglia con se stessa. Questo tormento interiore viene reso drammaturgicamente con un ansioso flusso di coscienza, un monologo interiore reso in modo magistrale dalla giovane attrice, capace di una mimica e di una forza espressiva davvero coinvolgente. La Guidone maneggia le emozioni e le pulsioni più varie (dal pianto al riso isterico, dalla rabbia all’intimismo) con la stessa abilità di un ceramista che modella con sicurezza la creta del suo vaso. Il personaggio di Dorsday, seppur di spalla, dovrebbe essere la figura dominante per la sua posizione sociale e il ruolo nella situazione, e invece risulta schiacciato dalla forza interiore della giovane Else, fino all’espressione eroica della sua dignità.
Un plauso anche alla scelta del sito: un gioiello del ‘700, nato per ospitare truci dissezioni di cadaveri (il letto di marmo su cui si muove la Guidone, con i suoi bordi rialzati e il foro da cui defluiva il sangue, dà ancora i brividi) che oggi viene adibito alla dissezione dell’animo umano, tramite il testo di Schnitzler. Un omaggio al Teatro Anatomico è stato fatto anche nella casa in miniatura con cui interagisce l’attrice, con al suo interno una fedele riproduzione di questi spazi. Gli specchi sul pavimento, l’erba nell’atrio, il trio di musicisti e le grandi maschere di animali simbolici completano una scenografia di forte impatto.

Lo spettacolo sarà in scena tutti i giorni fino al 2 luglio (tranne il 26 giugno) ma, dati i pochi posti disponibili per ogni replica, è bene prenotare in anticipo presso la biglietteria del Manzoni.


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