I ricordi di Serena Giorgi

Domenica 8 ottobre alle ore 17.00, verrà inaugurata la personale di Serena Giorgi, “MEMORIES. Il presente non basta”, allestimento appositamente pensato per la libreria Lo Spazio di via dell’ospizio e formato da pitture, composizioni, concetti, libri d’artista. Visitabile fino all’11 novembre, il lavoro di Serena Giorgi è una pratica quotidiana intensa e totalizzante. Vecchie carte, matite, disegni, fogli dipinti, pagine di diario, spaghi e fotografie, tutto viene raccolto e lavorato con metodo artigianale, in un processo rispettoso e creativo.
Le carte sono usate e stropicciate, le parole ridotte a coriandoli, i manifesti e le pagine vengono strappati, così che le immagini e le frasi, con i codici sociali che veicolano, sono scomposti, la narrazione viene frantumata in un caleidoscopio di tessere, a sua disposizione per creare un mosaico inedito.
Il materiale viene allora riordinato, fortificato e strutturato, prendendo vita come monumento di carte, torre di agende o libri-scultura, assemblaggi. In questi ready made allegri e bizzarri, che uniscono le dinamiche pop alle esperienze dadaiste, la presenza potente dell’opera è un portato della fisicità dei materiali e del processo di trasformazione.
La sua poetica nasce letteralmente da questa capacità di “fare” – poiéin – ossia creare, comporre, generare. Collages, dipinti materici e installazioni riflettono una società satura di beni di consumo, che invece di apportare valore riempiono l’esistenza in modo ingannevole. L’ironia con cui lanciano dubbi e quesiti esistenziali – “esiste la perfezione?”, “which direction?”, oppure “tu ci credi all’aldilà?”, ma anche “terra da madre a figlia di nessuno” – rivela la necessità di una riflessione profonda, che conduce a scelte etiche e valori.
Il volto e lo sguardo che ricorrono in molti lavori sono metafora del guardare il mondo, la natura e il paesaggio, ma soprattutto del guardarsi dentro. La sua riflessione sull’identità assume declinazioni e qualità del femminile: il processo creativo come gestazione, la sensualità fisica dei materiali, la protezione della fragilità, la grazia dell’ironia.
L’artista nell’ultima fase del suo lavoro sviluppa il rapporto con il sé e, dopo aver sondato lo scarto tra percezione e verità interiore con “Misunderstanding” (2014), affronta un’indagine più profonda e coraggiosa, che getta luce sull’intimità, esplora i segreti che ciascuno tiene nascosti come grovigli di sentimenti in stanze chiuse.
Qui si scoprono i labirinti del cuore con fili che non si dipanano, le parole scritte a sé stessi e mai ascoltate, la fragilità di momenti vissuti e ormai consumati come pagine sottili, il bisogno di proteggersi voltando la carta all’esterno. In questo nucleo vulnerabile dell’intimità sta la bellezza dell’essere umano, sembra dirci l’artista. L’esperienza di scoprirla nel profondo è il processo che affida all’arte come percorso rivelatore, un’esperienza cui affidarsi per generare coscienza del presente. (Federica Lessi)

Il ricordo è la traiettoria per ordinare, tenere insieme e raccogliere. Con MEMORIES ho cercato di risemantizzare storie e memorie, attimi e sensazioni. I nostri ricordi sono sempre lì, sparsi per il mondo, nelle nostre mani, sotto i fogli, tra la polvere, in attesa di essere rievocati di nuovo – In modo diverso, o nella stessa maniera. Il presente non può bastare e tutti abbiamo bisogno di storia. (Serena Giori)

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